Una casa che conosce il tuo cervello: il design neurodivergente per il benessere familiare

Come le famiglie neurodivergenti progettano una casa che conosce il tuo cervello

Nel centro della casa luminosa di Cherie Clonan a Melbourne si trova una stanza completamente al buio, destinata al suo figlio autistico per ritirarsi. La stanza è rivestita di pannelli fonoassorbenti e costituisce un rifugio silenzioso dove il ragazzo può rilassarsi dopo la scuola. Clonan, che ha ricevuto la diagnosi di autismo a 37 anni, vive con il marito Chris e i due figli adolescenti neurodivergenti in una casa di legno. Da quando l’hanno acquistata cinque anni fa, ha riorganizzato l’abitazione per soddisfare le esigenze sensoriali della famiglia, che è divisa equamente tra individui che cercano stimoli sensoriali e quelli che li evitano.

Fonti

Fonte: The Guardian – “How neurodivergent households design ‘a home that knows your brain’”

Una casa che conosce il tuo cervello: il design neurodivergente per il benessere familiare

Approfondimento

La progettazione di spazi domestici per persone neurodivergenti si basa su principi di adattamento sensoriale. Le soluzioni adottate includono l’uso di materiali fonoassorbenti, la regolazione della luminosità e la creazione di zone di isolamento. L’obiettivo è ridurre l’overload sensoriale e favorire il benessere emotivo.

Dati principali

• Casa di Cherie Clonan: Melbourne, Australia.
• Figlio autistico: 37 anni, utilizza la stanza buia per rilassarsi e giocare online.
• Famiglia: 4 persone, 2 adolescenti neurodivergenti.
• Progetto: 5 anni di ristrutturazione per bilanciare esigenze sensoriali opposte.

Possibili Conseguenze

• Miglioramento della qualità della vita per i membri della famiglia.
• Riduzione di stress e ansia legati a stimoli sensoriali eccessivi.
• Incremento della capacità di concentrazione e di gestione delle attività quotidiane.

Opinione

Le iniziative di Cherie Clonan illustrano come l’adattamento dell’ambiente domestico possa contribuire al benessere di persone con bisogni sensoriali diversificati. La scelta di creare spazi specifici per ciascun membro della famiglia è un esempio pratico di inclusività.

Analisi Critica (dei Fatti)

Il racconto si basa su testimonianze dirette e su osservazioni dell’ambiente domestico. Non vi sono dati quantitativi che quantifichino l’impatto delle modifiche, ma la descrizione suggerisce un miglioramento qualitativo della vita familiare. La narrazione è coerente con le pratiche di design sensoriale documentate in letteratura.

Relazioni (con altri fatti)

Le strategie adottate da Clonan si collegano a studi sul design di ambienti inclusivi per persone con autismo e ADHD, che evidenziano l’importanza di controllare rumore, luce e spazio personale. La pratica di creare “stanza buia” è stata menzionata in altre pubblicazioni come metodo efficace per ridurre l’overload sensoriale.

Contesto (oggettivo)

Il fenomeno della neurodiversità è riconosciuto a livello globale, con un crescente interesse verso soluzioni abitative che tengano conto delle esigenze sensoriali. In Australia, le politiche di inclusione promuovono l’adozione di spazi adattati, mentre in Italia esistono linee guida per la progettazione di abitazioni accessibili a persone con bisogni speciali.

Domande Frequenti

Qual è lo scopo principale della stanza buia nella casa di Cherie Clonan?
La stanza serve come rifugio silenzioso dove il figlio autistico può rilassarsi e giocare online, riducendo l’overload sensoriale dopo la scuola.
Come è stata adattata la casa per soddisfare le esigenze sensoriali della famiglia?
Attraverso l’uso di pannelli fonoassorbenti, la regolazione della luminosità e la creazione di zone di isolamento, bilanciando le esigenze di chi cerca stimoli sensoriali e di chi li evita.
Quali benefici si osservano dall’implementazione di spazi sensoriali?
Si osservano miglioramenti nella qualità della vita, riduzione dello stress e dell’ansia, e aumento della concentrazione e della gestione delle attività quotidiane.
La descrizione è basata su dati scientifici?
Il racconto si basa su testimonianze dirette e osservazioni dell’ambiente domestico; non sono presenti dati quantitativi, ma la narrazione è coerente con le pratiche di design sensoriale documentate.

Commento all'articolo