Schermi pubblicitari con telecamere nei blocchi di appartamenti: la controversia sulla privacy in UK
Fonti
Fonte: The Guardian
Approfondimento
Nel 2025, la società tecnologica 30Seconds Group ha installato schermi pubblicitari digitali in centinaia di blocchi di appartamenti in venti città del Regno Unito. Questi schermi sono dotati di telecamere in grado di registrare le reazioni visive degli utenti mentre guardano gli spot pubblicitari.

Le campagne di difesa dei diritti civili hanno espresso forte preoccupazione, definendo l’installazione di tali schermi “creepy as hell” (creepy come l’inferno). L’azienda sostiene che le telecamere consentano di monitorare l'”occupant engagement” (coinvolgimento degli occupanti) di una “captive audience” (audienza captive) mentre attendono l’ascensore verso i loro appartamenti.
Dati principali
| Parametro | Valore |
|---|---|
| Numero di blocchi di appartamenti | Centinaia (esatto numero non divulgato) |
| Numero di città coinvolte | 20 |
| Tipo di tecnologia | Schermi digitali con telecamere di registrazione reazioni |
| Obiettivo dichiarato | Monitoraggio del coinvolgimento degli occupanti |
Possibili Conseguenze
Le installazioni sollevano questioni relative alla privacy degli occupanti, alla sicurezza dei dati raccolti e alla trasparenza delle pratiche di monitoraggio. Potenziali impatti includono:
- Rischio di raccolta non autorizzata di informazioni sensibili.
- Possibile utilizzo di tali dati per fini di profilazione pubblicitaria.
- Impatto sulla percezione di sicurezza e comfort degli abitanti.
Opinione
Le organizzazioni per i diritti civili hanno espresso forte disapprovazione, qualificando le installazioni di schermi digitali con telecamere di monitoraggio come “creepy as hell”. L’azienda, invece, sostiene che la tecnologia consenta un miglioramento dell’efficacia pubblicitaria attraverso il monitoraggio del coinvolgimento.
Analisi Critica (dei Fatti)
La dichiarazione di 30Seconds Group che le telecamere consentono di monitorare l'”occupant engagement” è supportata dalla presenza di dispositivi di registrazione. Tuttavia, non è stato fornito alcun dettaglio su come i dati vengano gestiti, protetti o condivisi, lasciando aperta la questione della conformità alle normative sulla privacy, come il GDPR.
Relazioni (con altri fatti)
Il caso si inserisce in un più ampio trend di utilizzo di tecnologie di monitoraggio nei contesti pubblici e privati, similmente a quanto avvenuto in alcune città europee dove le telecamere di sorveglianza sono state integrate con sistemi di analisi del comportamento per fini commerciali.
Contesto (oggettivo)
Nel Regno Unito, la pubblicità digitale è in crescita, con un aumento dell’uso di schermi interattivi in spazi pubblici e privati. Le normative sulla privacy, tra cui il GDPR e la Data Protection Act 2018, regolano la raccolta e l’uso dei dati personali. Le controversie emergono quando le tecnologie di monitoraggio vengono applicate in ambienti dove gli individui non sono consapevoli o non hanno espresso consenso.
Domande Frequenti
1. Che cosa sono i digital billboards installati nei blocchi di appartamenti?
Schermi pubblicitari digitali dotati di telecamere in grado di registrare le reazioni visive degli utenti mentre guardano gli spot pubblicitari.
2. Dove sono stati installati questi schermi?
In centinaia di blocchi di appartamenti distribuiti in venti città del Regno Unito.
3. Qual è la posizione delle organizzazioni per i diritti civili?
Hanno espresso forte disapprovazione, definendo le installazioni di schermi digitali con telecamere di monitoraggio “creepy as hell”.
4. Qual è l’obiettivo dichiarato dall’azienda 30Seconds Group?
L’azienda sostiene che le telecamere consentano di monitorare l'”occupant engagement” (coinvolgimento degli occupanti) di una “captive audience” (audienza captive) mentre attendono l’ascensore verso i loro appartamenti.
5. Quali sono le principali preoccupazioni legate a queste installazioni?
Le preoccupazioni riguardano la privacy degli occupanti, la sicurezza dei dati raccolti e la trasparenza delle pratiche di monitoraggio.
Commento all'articolo