Sabrina Carpenter denuncia l’uso della sua canzone in un video ICE: Evil and disgusting

Fonti

Fonte: The Guardian – “Sabrina Carpenter slams ‘evil and disgusting’ ICE video that uses her song”

Approfondimento

Il 2 dicembre 2025, la cantante pop Sabrina Carpenter ha espresso pubblicamente il suo disappunto per l’utilizzo della sua canzone “Juno” in un video pubblicato dall’account ufficiale della Casa Bianca su X (precedentemente Twitter). Il video mostra ufficiali dell’Immigration Customs and Enforcement (ICE) che arrestano diverse persone in una zona di Chicago, accompagnato dal brano di Carpenter.

Sabrina Carpenter denuncia l'uso della sua canzone in un video ICE: Evil and disgusting

Dati principali

Artista: Sabrina Carpenter
Canone musicale: “Juno”
Organizzazione coinvolta: ICE (Immigration Customs and Enforcement)
Contesto del video: raid di immigrazione a Chicago
Canale di diffusione: account ufficiale della Casa Bianca su X
Reazione dell’artista: “this video is evil and disgusting. Do not ever involve me or my music to benefit your inhumane agenda.”

Possibili Conseguenze

La dichiarazione di Carpenter potrebbe influenzare la percezione pubblica delle politiche di immigrazione degli Stati Uniti, potenzialmente alimentando discussioni sui diritti umani e sull’uso di opere d’arte in contesti politici. Inoltre, la sua posizione potrebbe spingere altri artisti a riconsiderare l’utilizzo delle loro opere in materiale promozionale governativo.

Opinione

Sabrina Carpenter ha espresso una forte disapprovazione verso l’uso della sua musica in un video che ritiene “malvagio e disgustoso”, rifiutando di essere associata a una campagna che considera inumana.

Analisi Critica (dei Fatti)

Il fatto che la Casa Bianca abbia pubblicato un video con la traccia di Carpenter non è stato confermato da fonti governative. L’unica testimonianza è la risposta pubblica dell’artista, che non fornisce dettagli su eventuali accordi o autorizzazioni. Pertanto, la verifica dell’uso effettivo della canzone rimane un punto di incertezza.

Relazioni (con altri fatti)

Questo episodio si inserisce in una serie di controversie relative all’uso di musica pop in materiale promozionale governativo, come l’uso di canzoni di artisti contemporanei in campagne di sicurezza nazionale o di campagne elettorali. Inoltre, la questione si collega alle più ampie discussioni sul ruolo delle autorità di immigrazione negli Stati Uniti.

Contesto (oggettivo)

Gli ICE sono un’agenzia federale responsabile dell’applicazione delle leggi sull’immigrazione negli Stati Uniti. Le operazioni di raid, come quella mostrata nel video, sono state oggetto di critiche da parte di gruppi di difesa dei diritti umani per la loro percepita violazione dei diritti delle persone arrestate. La Casa Bianca, come sede del potere esecutivo, ha la responsabilità di comunicare le politiche governative, ma l’uso di materiale musicale non autorizzato può sollevare questioni di copyright e di rappresentazione.

Domande Frequenti

1. Perché Sabrina Carpenter ha criticato il video?
Carpenter ha ritenuto che l’uso della sua canzone “Juno” in un video che mostra raid di immigrazione fosse “malvagio e disgustoso” e ha espresso il desiderio di non essere associata a una campagna che considera inumana.

2. Dove è stato pubblicato il video?
Il video è stato pubblicato sull’account ufficiale della Casa Bianca su X (precedentemente Twitter).

3. Qual è il contenuto del video?
Il video mostra ufficiali dell’ICE che arrestano diverse persone in una zona di Chicago, accompagnato dalla canzone “Juno” di Sabrina Carpenter.

4. È stato confermato l’uso della canzone da parte della Casa Bianca?
Non esistono conferme ufficiali da parte della Casa Bianca sull’utilizzo della canzone; la dichiarazione proviene esclusivamente dalla risposta pubblica di Carpenter.

5. Quali potrebbero essere le conseguenze di questa vicenda?
La vicenda potrebbe influenzare la percezione pubblica delle politiche di immigrazione, spingere altri artisti a riconsiderare l’uso delle loro opere in materiale promozionale governativo e alimentare discussioni più ampie sui diritti umani e sull’uso di opere d’arte in contesti politici.

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