Passeggeri in volo esposti a livelli di particelle ultrafini più alti dell’OMS: lo studio svela i rischi

Fonti

Fonte: The Guardian – “Air passengers exposed to extremely high levels of ultrafine particle pollution, study finds”

Fonte: ScienceDirect – articolo scientifico sulle concentrazioni di particelle ultrafini

Passeggeri in volo esposti a livelli di particelle ultrafini più alti dell'OMS: lo studio svela i rischi

Approfondimento

Un gruppo di ricercatori francesi, tra cui membri dell’Università di Parigi Cité, ha realizzato un set di strumenti di misura che è stato trasportato a bordo di un volo commerciale. L’obiettivo era raccogliere dati sulle concentrazioni di particelle ultrafini respirate dai passeggeri durante il viaggio da Parigi Charles de Gaulle verso destinazioni europee.

Dati principali

• Le misurazioni sono state effettuate su un sedile vuoto nelle file anteriori o nella cucina di bordo.

• I livelli di particelle ultrafini registrati durante le fasi di imbarco e taxi del velivolo sono risultati significativamente superiori al valore di riferimento “alto” stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

• I dati indicano che i passeggeri sono esposti a concentrazioni di particelle che superano di gran lunga i limiti di sicurezza consigliati per l’aria interna.

Possibili Conseguenze

Le concentrazioni elevate di particelle ultrafini possono avere effetti sulla salute respiratoria e cardiovascolare, soprattutto in individui con condizioni preesistenti. L’esposizione prolungata a tali livelli può aumentare il rischio di irritazioni polmonari, infiammazioni e, a lungo termine, di patologie più gravi.

Opinione

Il presente articolo non espone opinioni personali; i dati riportati sono presentati in forma oggettiva e verificabile.

Analisi Critica (dei Fatti)

Il metodo di raccolta dati, basato su sensori posizionati su sedili vuoti, garantisce una rappresentazione affidabile delle concentrazioni di particelle nell’ambiente di cabina. Tuttavia, la variabilità tra diversi voli, condizioni meteorologiche e sistemi di filtrazione dell’aria non è stata approfondita nel breve estratto. La comparazione con i limiti OMS fornisce un riferimento utile, ma non indica direttamente l’impatto clinico individuale.

Relazioni (con altri fatti)

Le concentrazioni di particelle ultrafini misurate a bordo di aerei sono state confrontate in studi precedenti con quelle presenti in ambienti urbani ad alta densità di traffico. I risultati suggeriscono che l’aria di cabina, pur essendo filtrata, può accumulare particelle provenienti dall’esterno durante le fasi di imbarco e taxi, quando il sistema di filtrazione è meno attivo.

Contesto (oggettivo)

Le normative internazionali sull’aria di cabina prevedono l’uso di filtri HEPA per ridurre la concentrazione di particelle sospese. Nonostante ciò, le fasi di imbarco e taxi rappresentano momenti di maggiore esposizione, poiché i sistemi di filtrazione possono essere temporaneamente disattivati o meno efficienti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito limiti di concentrazione per particelle di dimensioni inferiori a 0,1 µm, considerati “altamente pericolosi” per la salute umana.

Domande Frequenti

Domanda 1: Cosa sono le particelle ultrafini?

Risposta: Le particelle ultrafini sono particelle sospese nell’aria con diametro inferiore a 0,1 µm, in grado di penetrare profondamente nei polmoni e nel flusso sanguigno.

Domanda 2: Dove sono state effettuate le misurazioni?

Risposta: Le misurazioni sono state eseguite su sedili vuoti nelle file anteriori o nella cucina di un aereo che ha volato da Parigi Charles de Gaulle verso destinazioni europee.

Domanda 3: Come si confrontano i livelli misurati con i limiti OMS?

Risposta: I livelli di particelle ultrafini registrati durante l’imbarco e il taxi sono stati significativamente superiori al valore di riferimento “alto” stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Domanda 4: Quali sono le potenziali conseguenze per la salute?

Risposta: L’esposizione a concentrazioni elevate di particelle ultrafini può aumentare il rischio di irritazioni polmonari, infiammazioni e, a lungo termine, di patologie respiratorie e cardiovascolari.

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