Maternità in guerra: 119 attacchi a ospedali e reparti di parto in Ucraina, Gaza e Sudan

Parto sotto attacco: come donne e neonati sono diventati bersagli nei conflitti in tutto il mondo

Un’indagine del Guardian ha rilevato almeno 119 attacchi diretti a ospedali e reparti di parto dall’inizio delle guerre in Ucraina, Gaza e Sudan.

Il 28 ottobre, 30 donne si rifugiavano nell’ospedale materno saudita di El Fasher, Sudan, quando iniziò la massacrazione. Alcune erano appena nate, altre ancora in travaglio.

Maternità in guerra: 119 attacchi a ospedali e reparti di parto in Ucraina, Gaza e Sudan

Il tecnico di laboratorio Abdo‑Rabo Ahmed, 28 anni, che lavorava all’ospedale quella notte, è stato uno dei pochi sopravvissuti. Ha riferito di aver udito le urla di donne e bambini: “Stavano uccidendo tutti dentro l’ospedale. Chi di noi poteva fuggire, lo fece.”

Fonti

Fonte: The Guardian – “Childbirth under attack: how women and babies became targets in conflicts around the world”

Approfondimento

L’indagine si basa su dati raccolti da organizzazioni umanitarie e da testimonianze dirette di personale sanitario. Gli attacchi sono stati registrati in tre conflitti principali: Ucraina, Gaza e Sudan. L’analisi evidenzia che i reparti di parto sono stati spesso bersaglio, con conseguenze dirette sulla salute materna e infantile.

Dati principali

Conflitto Attacchi diretti a ospedali e reparti di parto
Ucraina, Gaza, Sudan ≥ 119

Possibili Conseguenze

Gli attacchi a strutture sanitarie, in particolare ai reparti di parto, possono provocare:

  • Perdita di vite di donne in gravidanza e neonati.
  • Interruzione dei servizi di assistenza medica, con conseguente aumento di mortalità materna e infantile.
  • Distruzione di infrastrutture sanitarie, con impatto a lungo termine sulla capacità di fornire cure di base.
  • Trauma psicologico per il personale sanitario e le vittime.

Opinione

Il testo sottolinea che l’attacco a ospedali e reparti di parto costituisce una violazione delle norme internazionali sul diritto umanitario, che proteggono le strutture sanitarie e i pazienti durante i conflitti armati.

Analisi Critica (dei Fatti)

L’indagine del Guardian si fonda su fonti verificabili, tra cui testimonianze di personale sanitario e dati di organizzazioni umanitarie. La cifra di 119 attacchi è un minimo, poiché alcuni incidenti potrebbero non essere stati riportati. La focalizzazione sui reparti di parto evidenzia una tendenza a colpire strutture considerate “non militari”, ma che forniscono servizi essenziali.

Relazioni (con altri fatti)

Gli attacchi a strutture sanitarie non sono un fenomeno isolato: simili violazioni sono state documentate in altri conflitti, come la guerra in Siria e la crisi in Yemen. L’indagine si inserisce in un quadro più ampio di violazioni del diritto umanitario durante i conflitti armati.

Contesto (oggettivo)

Le guerre in Ucraina, Gaza e Sudan hanno avuto inizio rispettivamente nel 2022, 2023 e 2024. In ciascuno di questi conflitti, le parti in causa hanno utilizzato armi da fuoco e artiglieria, con impatti devastanti sulle infrastrutture civili. L’ospedale materno di El Fasher è stato uno dei pochi rifugi disponibili per donne in gravidanza in una zona di conflitto.

Domande Frequenti

Qual è il numero di attacchi diretti a ospedali e reparti di parto?
Almeno 119 attacchi sono stati registrati dall’inizio delle guerre in Ucraina, Gaza e Sudan.
Quante donne si trovavano nell’ospedale di El Fasher quando è iniziata la massacrazione?
30 donne si rifugiavano nell’ospedale materno saudita di El Fasher il 28 ottobre.
Quali sono le conseguenze immediate degli attacchi ai reparti di parto?
Perdita di vite di donne in gravidanza e neonati, interruzione dei servizi di assistenza medica e trauma psicologico per il personale sanitario.
Chi è stato testimone degli attacchi?
Il tecnico di laboratorio Abdo‑Rabo Ahmed, 28 anni, è stato uno dei pochi sopravvissuti e ha fornito testimonianza diretta.
Qual è la fonte principale dell’indagine?
L’indagine è stata pubblicata dal Guardian e si basa su dati di organizzazioni umanitarie e testimonianze dirette.

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