L’UE rallenta il divieto di auto a benzina e diesel: un passo indietro per la transizione verde
Fonti
Articolo originale: The Guardian – “The Guardian view on another green U‑turn in Brussels: going slow on car‑industry targets is a road to nowhere”
Proposta della Commissione europea: Press release – “EU offers a lifeline to the car industry”

Notizia sul “water down” del divieto: The Guardian – “EU water down landmark ban on new petrol and diesel cars”
Approfondimento
Nel 2023 l’Unione europea ha adottato una normativa che vieta la vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel entro il 2035, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO₂ e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’iniziativa è stata accolta come un passo significativo verso la transizione energetica e un segnale di leadership globale.
Nel 2025, la Commissione europea ha proposto di modificare la normativa, consentendo la vendita di veicoli a combustione interna che emettono CO₂ anche dopo la data di scadenza prevista. La proposta è stata motivata da pressioni di produttori automobilistici tedeschi e italiani, che hanno sostenuto la necessità di un periodo di transizione più lungo per garantire la competitività del settore.
Dati principali
| Elemento | Dettaglio |
|---|---|
| Anno di adozione del divieto | 2023 |
| Data di scadenza prevista per la vendita di nuovi veicoli a benzina/diesel | 2035 |
| Proposta di modifica (reprieve) | Consente la vendita di veicoli a combustione interna con emissioni di CO₂ anche dopo il 2035 |
| Motivazione principale | Pressioni da parte di produttori automobilistici tedeschi e italiani |
| Commissione responsabile | Commissione europea – Commissario per l’industria Stéphane Séjourné |
| Obiettivo dichiarato della proposta | “Lifeline” per l’industria automobilistica in difficoltà |
Possibili Conseguenze
La modifica della normativa potrebbe avere diverse implicazioni:
- Impatto ambientale: la continuazione della produzione e vendita di veicoli a combustione interna potrebbe rallentare la riduzione delle emissioni di CO₂ a livello europeo.
- Competitività industriale: i produttori europei potrebbero beneficiare di un periodo di transizione più lungo, ma rischiano di perdere vantaggio competitivo rispetto ai paesi che adottano standard più severi.
- Mercato dei veicoli elettrici: la proposta potrebbe rallentare l’adozione di veicoli elettrici, influenzando la domanda e l’investimento in infrastrutture di ricarica.
- Politiche di mercato: la decisione potrebbe influenzare le future politiche di incentivazione e regolamentazione del settore automobilistico.
Opinione
Nel testo originale, il Commissario Stéphane Séjourné descrive la proposta come una “lifeline” per l’industria automobilistica, evidenziando le difficoltà affrontate a causa delle guerre commerciali con gli Stati Uniti e della concorrenza cinese. L’articolo sottolinea che la proposta è stata accolta con favore da alcuni produttori, ma ha suscitato critiche da parte di sostenitori della transizione energetica.
Analisi Critica (dei Fatti)
La proposta di “water down” del divieto si basa su dati economici e competitivi, ma non affronta in modo esaustivo l’impatto ambientale a lungo termine. La normativa originale era stata concepita per garantire un obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2050; la modifica potrebbe compromettere tale obiettivo. Inoltre, la proposta non specifica chiaramente i criteri di emissione che consentirebbero la vendita di veicoli a combustione interna, lasciando spazio a interpretazioni diverse.
Relazioni (con altri fatti)
La decisione di Bruxelles si inserisce in un contesto più ampio di politiche europee volte a promuovere la mobilità sostenibile, come il Green Deal europeo e il Piano di Transizione Energetica. La proposta è stata discussa in parallelo con iniziative per aumentare la produzione di batterie e l’installazione di infrastrutture di ricarica. Inoltre, la proposta è stata oggetto di dibattito anche a livello nazionale, con alcuni governi europei che hanno espresso preoccupazioni riguardo alla sicurezza energetica e alla dipendenza da fonti fossili.
Contesto (oggettivo)
Il divieto di vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel entro il 2035 è stato introdotto come parte della strategia europea per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La proposta di modifica è stata presentata in un momento in cui l’industria automobilistica europea affronta pressioni competitive da parte di mercati emergenti e di nuove tecnologie. La decisione è stata presa in un contesto di negoziazioni politiche e di valutazioni economiche che bilanciano gli obiettivi ambientali con le esigenze industriali.
Domande Frequenti
1. Qual è l’obiettivo originale del divieto di vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel?
Ridurre le emissioni di CO₂ e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, promuovendo la transizione verso veicoli elettrici e altre tecnologie a basse emissioni.
2. Perché la Commissione europea ha proposto di modificare la normativa?
Per rispondere alle pressioni di produttori automobilistici tedeschi e italiani che hanno sostenuto la necessità di un periodo di transizione più lungo per garantire la competitività del settore.
3. Come descrive il Commissario Stéphane Séjourné la proposta?
La descrive come una “lifeline” per l’industria automobilistica, evidenziando le difficoltà affrontate a causa delle guerre commerciali con gli Stati Uniti e della concorrenza cinese.
4. Quali potrebbero essere le conseguenze ambientali della proposta?
La continuazione della produzione e vendita di veicoli a combustione interna potrebbe rallentare la riduzione delle emissioni di CO₂ a livello europeo, compromettendo gli obiettivi climatici a lungo termine.
5. In che modo la proposta influisce sul mercato dei veicoli elettrici?
Potrebbe rallentare l’adozione di veicoli elettrici, influenzando la domanda e l’investimento in infrastrutture di ricarica, e riducendo la pressione sul settore per accelerare la transizione.
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