Il Guardian analizza i negoziati climatici delle Nazioni Unite: quanto tempo resta per un accordo efficace
Il punto di vista del Guardian sui negoziati climatici delle Nazioni Unite: quanto tempo resta
Il consenso fragile raggiunto al COP30 è un risultato positivo. Tuttavia, solo un vero accordo tra paesi ricchi e poveri potrà far fronte alle crisi climatiche imminenti.
Il summit delle Nazioni Unite sul clima tenutosi a Belém, in Brasile, si è concluso quest’anno senza un significativo progresso. Il testo finale dell’accordo non prevedeva un passaggio dai combustibili fossili, ritardava i finanziamenti essenziali e la decisione “mutirão” non contava su una roadmap per fermare e invertire la deforestazione. Nonostante ciò, il sistema multilaterale è riuscito a mantenersi unito in un momento in cui la sua caduta sembrava imminente. Questo dovrebbe servire da avvertimento: la conferenza del 2025 deve negoziare un accordo più equo tra il mondo ricco e quello povero.

I paesi in via di sviluppo non sono ancora uniti su alcune questioni. Per quanto riguarda i minerali delle terre rare, la Cina considera qualsiasi iniziativa come un attacco alla sua dominanza, mentre l’Africa la vede come essenziale per la governance. In altri contesti, gli stati petroliferi non hanno sostenuto la richiesta della Colombia di un graduale abbandono dei combustibili fossili. Tuttavia, il Sud globale si è in gran parte accordato su un principio semplice: le nazioni devono essere dotate di mezzi per sopravvivere a un’emergenza climatica che non hanno creato. Ciò implica fondi per costruire difese contro le inondazioni, rendere i sistemi agricoli resilienti, proteggere le coste e ricostruire dopo i disastri. Richiedono inoltre finanziamenti anticipati per una transizione verso una crescita economica pulita e verde.
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Fonti
Articolo originale: The Guardian – “The Guardian view on UN climate talks: they reveal how little time is left”
Approfondimento
Il COP30, l’ultimo incontro delle Nazioni Unite sul clima, ha riunito rappresentanti di 197 paesi. L’obiettivo principale era definire un percorso per ridurre le emissioni di gas serra e stabilire meccanismi di finanziamento per i paesi in via di sviluppo. Nonostante l’ampia partecipazione, le divergenze di interesse hanno ostacolato la definizione di un accordo concreto.
Dati principali
| Elemento | Situazione al COP30 |
|---|---|
| Passaggio dai combustibili fossili | Non previsto nell’accordo finale |
| Finanziamenti climatici | Ritardati, senza piano chiaro |
| Deforestazione | Decisione “mutirão” senza roadmap di fermo e reversibilità |
| Cooperazione tra paesi ricchi e poveri | Insufficiente, necessità di un nuovo accordo |
| Unione dei paesi in via di sviluppo | Divisa su minerali delle terre rare; petrostati non supportano la fase di abbandono dei combustibili fossili |
| Richieste del Sud globale | Finanziamenti per difese contro inondazioni, agricoltura resiliente, protezione costiera, ricostruzione post-disastro, transizione verso crescita verde |
Possibili Conseguenze
La mancanza di un accordo deciso potrebbe rallentare la riduzione delle emissioni globali, prolungare la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare la vulnerabilità dei paesi in via di sviluppo a eventi climatici estremi. Inoltre, la carenza di finanziamenti potrebbe ostacolare la costruzione di infrastrutture di difesa e la resilienza agricola, con impatti negativi sulla sicurezza alimentare e sulla protezione delle comunità costiere.
Opinione
Il testo finale del COP30 riflette una situazione di stallo, dove gli interessi nazionali prevalgono su un impegno collettivo necessario per affrontare la crisi climatica. La necessità di un nuovo accordo più equilibrato è evidente.
Analisi Critica (dei Fatti)
Il documento finale manca di elementi chiave: un piano di transizione dai combustibili fossili, un calendario di finanziamenti e una strategia concreta per la deforestazione. Queste lacune indicano una mancanza di volontà politica da parte di alcuni paesi ricchi, mentre i paesi in via di sviluppo esprimono chiaramente la necessità di supporto finanziario e tecnico. La divergenza su questioni come i minerali delle terre rare evidenzia le tensioni geopolitiche che complicano la cooperazione climatica.
Relazioni (con altri fatti)
Il risultato del COP30 si inserisce in un contesto più ampio di negoziati climatici, dove l’Accordo di Parigi del 2015 ha stabilito obiettivi di riduzione delle emissioni, ma la sua attuazione è stata lenta. Le discussioni sul finanziamento climatico, in particolare la promessa di 100 miliardi di dollari annui, rimangono in gran parte non realizzate. Inoltre, la questione della deforestazione è strettamente collegata alle politiche di gestione delle foreste tropicali e alla lotta contro il cambiamento climatico.
Contesto (oggettivo)
Il COP30 si è svolto in un periodo di crescente pressione internazionale per affrontare il cambiamento climatico. Le tensioni geopolitiche, le rivalità economiche e le divergenze di priorità tra paesi ricchi e poveri hanno influenzato le negoziazioni. La mancanza di un accordo definitivo riflette la complessità di raggiungere un consenso globale su questioni che coinvolgono interessi economici, ambientali e sociali.
Domande Frequenti
1. Qual è stato l’obiettivo principale del COP30?
Il COP30 mirava a definire un percorso per ridurre le emissioni di gas serra, stabilire meccanismi di finanziamento per i paesi in via di sviluppo e promuovere la cooperazione globale sul clima.
2. Perché l’accordo finale è stato considerato insufficiente?
Il testo finale non prevedeva un passaggio dai combustibili fossili, ritardava i finanziamenti climatici e non contava su una roadmap per fermare e invertire la deforestazione, lasciando molte delle questioni chiave senza soluzione.
3. Quali sono le principali richieste dei paesi in via di sviluppo?
I paesi in via di sviluppo richiedono fondi per difese contro le inondazioni, sistemi agricoli resilienti, protezione delle coste, ricostruzione post-disastro e finanziamenti anticipati per una transizione verso una crescita economica pulita e verde.
4. Come si è diviso il Sud globale su questioni come i minerali delle terre rare?
La Cina vede qualsiasi iniziativa su minerali delle terre rare come un attacco alla sua dominanza, mentre l’Africa li considera essenziali per la governance, evidenziando divergenze di interesse all’interno del Sud globale.
5. Qual è la prospettiva per il prossimo COP?
Il prossimo COP dovrebbe cercare di negoziare un accordo più equilibrato tra paesi ricchi e poveri, affrontando le lacune identificate al COP30 e stabilendo un percorso concreto per ridurre le emissioni e finanziare la resilienza climatica.
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