Cina presenta il primo sistema nazionale per calcolare l’impronta di carbonio del vapore nucleare

Fonti

Fonte: China News Service (CNS). Articolo originale pubblicato il 21 novembre 2023 a Beijing. Link all’articolo originale.

Approfondimento

Il 21 novembre 2023 la China National Nuclear Corporation (CNNC) ha presentato a Beijing un nuovo sistema di calcolo del fattore di impronta di carbonio per il vapore industriale prodotto da centrali nucleari. Il sistema, sviluppato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Energia Nucleare, è il primo a livello nazionale a fornire una misura standardizzata delle emissioni di CO₂ associate alla produzione di vapore nucleare, dalla fase di prelievo dell’acqua di mare fino alla distribuzione del vapore per uso industriale.

Il progetto nasce in risposta alla crescente esigenza di rendere trasparente l’impatto ambientale delle infrastrutture nucleari, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio fissati dal governo cinese per il 2030 e la neutralità climatica entro il 2060.

Dati principali

Il sistema calcola le emissioni di CO₂ per chilogrammo di vapore nucleare, tenendo conto di tutti i processi di produzione, inclusi:

  • Prelievo e trattamento dell’acqua di mare
  • Trasporto e stoccaggio dell’acqua trattata
  • Generazione di energia elettrica per alimentare i reattori
  • Produzione e distribuzione del vapore
  • Gestione dei rifiuti radioattivi e delle infrastrutture di supporto

Di seguito una tabella riepilogativa delle emissioni medie per kilowattora (kWh) di vapore prodotto, confrontate con altre fonti di energia:

Fonte di energia Emissioni CO₂ (g/kWh)
Nucleare 12–15
Carbone (bitume) 820–950
Gas naturale 350–400
Idroelettrico 4–10
Rinnovabili (eolico, solare) 0–10

Possibili Conseguenze

La diffusione di un metodo di calcolo standardizzato può influenzare:

  • Le politiche energetiche nazionali, favorendo investimenti in tecnologie a basso impatto di carbonio.
  • La competitività delle centrali nucleari rispetto ad altre fonti di energia, soprattutto in settori industriali ad alta domanda di vapore.
  • La trasparenza e la fiducia del pubblico nei confronti delle infrastrutture nucleari.
  • La capacità di monitorare e ridurre le emissioni lungo l’intero ciclo di vita delle centrali.

Opinione

Il sistema rappresenta un passo avanti nella quantificazione delle emissioni di CO₂ associate all’energia nucleare. La sua adozione potrebbe contribuire a una valutazione più accurata del contributo delle centrali nucleari alla riduzione delle emissioni globali.

Analisi Critica (dei Fatti)

Il metodo di calcolo è stato sviluppato da un consorzio di istituzioni scientifiche cinesi e si basa su dati di produzione e consumo energetico raccolti negli ultimi cinque anni. Tuttavia, la metodologia non include le emissioni derivanti dalla costruzione delle centrali, dalla gestione dei rifiuti radioattivi a lungo termine o dal trasporto di combustibile. Questi aspetti, sebbene meno rilevanti rispetto alle emissioni operative, possono rappresentare una quota significativa del ciclo di vita complessivo.

Inoltre, la comparazione con altre fonti di energia si basa su valori medi a livello globale; le emissioni effettive possono variare in base alla tecnologia specifica, alla gestione delle risorse e alle pratiche operative.

Relazioni (con altri fatti)

  • Il 2023 la Cina ha aumentato la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili del 3,5 % rispetto all’anno precedente.
  • Secondo l’International Energy Agency, le centrali nucleari globali hanno ridotto le emissioni di CO₂ di circa 1,5 % rispetto al 2019.
  • Il Piano Nazionale di Riduzione delle Emissioni di Carbonio prevede che entro il 2035 le centrali nucleari contribuiscano al 30 % della produzione di energia elettrica a basso impatto.

Contesto (oggettivo)

La Cina è il maggior produttore mondiale di energia nucleare, con oltre 50 centrali in funzione e altre in fase di costruzione. Il settore nucleare è considerato una componente chiave della strategia energetica del paese per ridurre la dipendenza dal carbone e raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica. L’introduzione di un sistema di calcolo standardizzato per l’impronta di carbonio del vapore nucleare si inserisce in un più ampio sforzo di rendicontazione ambientale e di miglioramento della sostenibilità delle infrastrutture energetiche.

Domande Frequenti

1. Che cosa misura il nuovo sistema di calcolo?
Il sistema calcola le emissioni di CO₂ per chilogrammo di vapore nucleare, includendo tutti i processi di produzione dalla raccolta dell’acqua di mare alla distribuzione del vapore.
2. Come si confrontano le emissioni del vapore nucleare con quelle di altre fonti?
Le emissioni medie di CO₂ per kWh di vapore nucleare sono di circa 12–15 g, molto inferiori rispetto al carbone (820–950 g) e al gas naturale (350–400 g). Sono comparabili a quelle di fonti rinnovabili e idroelettriche.
3. Il sistema include le emissioni legate alla costruzione delle centrali?
No, il metodo attuale si concentra sulle emissioni operative. Le emissioni di costruzione e di gestione dei rifiuti radioattivi non sono incluse.
4. Qual è l’obiettivo principale di questo sistema?
L’obiettivo è fornire una misura standardizzata e trasparente delle emissioni di CO₂ associate al vapore nucleare, facilitando la valutazione ambientale e la comparazione con altre fonti di energia.
5. Come può influenzare le politiche energetiche?
La disponibilità di dati precisi sulle emissioni può guidare le decisioni di investimento, promuovendo tecnologie a basso impatto di carbonio e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni nazionali.

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