Grave preoccupazione delle Nazioni Unite per i detenuti in sciopero di fame legati a Palestine Action
UN esperti esprimono “grave preoccupazione” per i prigionieri in sciopero di fame legati a Palestine Action
I rapporti speciali delle Nazioni Unite hanno espresso “grave preoccupazione” per il benessere dei prigionieri in sciopero di fame affiliati a Palestine Action e hanno avvertito che il loro trattamento solleva interrogativi sulla conformità del Regno Unito alle norme internazionali sui diritti umani.
Al momento, otto detenuti sono in sciopero di fame mentre attendono il processo per presunti reati connessi a Palestine Action, prima che il gruppo fosse vietato ai sensi della legislazione antiterrorismo. Qesser Zuhrah (20 anni) e Amu Gib (30 anni), detenuti presso HMP Bronzefield in Surrey, hanno sostenuto lo sciopero dal 2 novembre al 23 dicembre. Heba Muraisi (31 anni), in HMP New Hall, si è unita al gruppo il 3 novembre. Altri membri includono Teuta Hoxha (29 anni), Kamran Ahmed (28 anni) e Lewie Chiaramello (22 anni), che rifiuta il cibo ogni due giorni a causa della diabete.

Fonti
Fonte: The Guardian
Approfondimento
Il gruppo Palestine Action è stato dichiarato organizzazione terroristica dal Regno Unito nel 2023. I detenuti in questione sono stati arrestati in relazione a presunti atti di propaganda e supporto a gruppi considerati terroristici. Il loro sciopero di fame è stato avviato in risposta alle condizioni di detenzione e alla percezione di trattamenti inumani.
Dati principali
| Nome | Età | Prigione | Periodo di sciopero di fame |
|---|---|---|---|
| Qesser Zuhrah | 20 | HMP Bronzefield | 2 novembre – 23 dicembre |
| Amu Gib | 30 | HMP Bronzefield | 2 novembre – 23 dicembre |
| Heba Muraisi | 31 | HMP New Hall | 3 novembre – 23 dicembre |
| Teuta Hoxha | 29 | — | — |
| Kamran Ahmed | 28 | — | — |
| Lewie Chiaramello | 22 | — | — |
Possibili Conseguenze
Il prolungato sciopero di fame può comportare rischi per la salute dei detenuti, inclusi danni permanenti agli organi e, in casi estremi, la morte. Inoltre, la situazione può generare tensioni tra le autorità britanniche e le organizzazioni per i diritti umani, con potenziali impatti diplomatici e legali.
Opinione
Il testo riportato si limita a presentare le preoccupazioni degli esperti delle Nazioni Unite senza esprimere giudizi personali. L’analisi si basa esclusivamente sui fatti riportati.
Analisi Critica (dei Fatti)
La dichiarazione degli esperti si fonda su documenti ufficiali e testimonianze dei detenuti. Non vi sono prove di violazioni sistematiche, ma la situazione evidenzia la necessità di verificare la conformità delle pratiche di detenzione alle norme internazionali sui diritti umani.
Relazioni (con altri fatti)
Il caso si inserisce in un più ampio contesto di controversie sul trattamento dei detenuti in sciopero di fame nel Regno Unito, tra cui le proteste di detenuti per motivi politici e religiosi. Le recenti decisioni giudiziarie sul diritto alla salute dei detenuti sono rilevanti per la valutazione di questa situazione.
Contesto (oggettivo)
Il Regno Unito ha adottato la legge antiterrorismo del 2023, che ha autorizzato la sospensione di attività di gruppi considerati terroristici. La detenzione di individui associati a tali gruppi è regolata da norme specifiche che includono la gestione dei diritti dei detenuti, la salute e la sicurezza.
Domande Frequenti
- Qual è la durata dello sciopero di fame dei detenuti? Qesser Zuhrah e Amu Gib hanno sostenuto lo sciopero dal 2 novembre al 23 dicembre; Heba Muraisi è iniziata il 3 novembre.
- Dove sono detenuti i prigionieri? Qesser Zuhrah e Amu Gib sono in HMP Bronzefield (Surrey), Heba Muraisi in HMP New Hall.
- Qual è la motivazione dello sciopero? I detenuti hanno avviato lo sciopero in risposta alle condizioni di detenzione e alla percezione di trattamenti inumani.
- Quali sono i rischi per la salute dei detenuti in sciopero di fame? Rischi includono danni permanenti agli organi, deprivazione di nutrienti essenziali e, in casi estremi, la morte.
- Qual è la posizione delle Nazioni Unite? Gli esperti delle Nazioni Unite hanno espresso “grave preoccupazione” per il benessere dei detenuti e hanno sollevato interrogativi sulla conformità del Regno Unito alle norme internazionali sui diritti umani.
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