Melody Prochet lancia “Unclouded”, un giardino di dreampop barocco
Melody Prochet – Unclouded
Melody Prochet, nota anche con il nome d’arte Melody’s Echo Chamber, ha pubblicato il suo quarto album intitolato Unclouded. L’opera è stata prodotta e co‑scritta in parte dal compositore Sven Wunder e presenta la partecipazione di diversi musicisti, tra cui Josefin Runsteen (corde opulente) e Malcolm Catto (percussioni). L’album si distingue per l’uso di chitarre barocche, archi e suoni di xilofono, creando un’atmosfera di dreampop leggero.
Fonti
Articolo originale: The Guardian – “Melody’s Echo Chamber: Unclouded review – an enchanted, balmy garden of dreampop”

Approfondimento
Il titolo Unclouded è ispirato a una citazione dell’animatore giapponese Hayao Miyazaki: “You must see with eyes unclouded by hate. See the good in that which is evil, and the evil in that which is good.” Questa scelta di titolo suggerisce un tema di percezione chiara e di equilibrio emotivo. L’album combina elementi del dreampop degli anni ’90 con influenze più recenti, offrendo un suono che richiama artisti come Saint Etienne e Lush.
Dati principali
| Elemento | Dettaglio |
|---|---|
| Artista | Melody Prochet (Melody’s Echo Chamber) |
| Album | Unclouded |
| Anno di pubblicazione | 2025 |
| Produttore principale | Sven Wunder |
| Collaboratori principali | Josefin Runsteen, Malcolm Catto, Reine Fiske (co‑scrittori) |
| Stile musicale | Dreampop, barocco, influenze anni ’90 |
| Temi principali | Percezione chiara, equilibrio emotivo, natura |
Possibili Conseguenze
Il carattere rilassante e l’assenza di tracce particolarmente distintive potrebbero influenzare la percezione del pubblico, rendendo l’album più adatto a contesti di ascolto tranquillo piuttosto che a momenti di grande impatto emotivo. La collaborazione con artisti di diversi background musicali può ampliare l’appeal verso un pubblico più ampio, ma potrebbe anche diluire l’identità sonora unica di Prochet.
Opinione
Secondo la recensione originale, Unclouded è un luogo di ascolto calmante, sebbene manchi di tracce che si distinguano nettamente. L’autore sottolinea la capacità di Prochet di mantenere una visione artistica coerente nonostante la presenza di numerosi collaboratori.
Analisi Critica (dei Fatti)
La produzione di Sven Wunder e la partecipazione di musicisti come Josefin Runsteen e Malcolm Catto conferiscono all’album una ricchezza sonora. L’uso di archi e xilofoni è coerente con la descrizione di un “giardino giapponese” musicale. La citazione di Miyazaki è correttamente attribuita e si collega al tema di percezione chiara. Non vi sono discrepanze evidenti tra le informazioni fornite e le fonti citate.
Relazioni (con altri fatti)
Melody Prochet ha collaborato in passato con Kevin Parker (Tame Impala) per il suo album di debutto del 2012 e con il gruppo svedese Dungen per Bon Voyage (2018). Reine Fiske, membro di Dungen, ha partecipato anche a Emotional Eternal (2022) e ora a Unclouded, evidenziando una continuità di collaborazioni.
Contesto (oggettivo)
Il dreampop è un genere che combina elementi di pop, rock psichedelico e ambient, spesso caratterizzato da suoni eterei e atmosfere oniriche. L’uso di archi e strumenti a percussioni leggere è tipico di questo stile. L’album si inserisce in una tradizione di artisti che cercano di creare paesaggi sonori immersivi, simili a quelli prodotti da Saint Etienne o Lush negli anni ’90.
Domande Frequenti
1. Chi ha prodotto l’album Unclouded?
Il produttore principale è Sven Wunder, che ha anche co‑scrittuto alcune tracce.
2. Quali collaboratori sono presenti nell’album?
Tra i collaboratori figurano Josefin Runsteen (corde), Malcolm Catto (percussioni) e Reine Fiske (chitarra).
3. Da dove deriva il titolo Unclouded?
Il titolo è ispirato a una citazione di Hayao Miyazaki che invita a vedere con occhi non nuvolosi.
4. Qual è lo stile musicale predominante?
L’album presenta un dreampop barocco con influenze degli anni ’90 e suoni di xilofono.
5. Come viene percepito l’album secondo la recensione?
È descritto come un luogo di ascolto calmante, ma con una mancanza di tracce particolarmente distintive.
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