Oxford Dictionary sceglie “rage bait” come Parola dell’Anno 2025: il fenomeno della polarizzazione online
Fonti
L’articolo originale è stato pubblicato su The Guardian il 1 dicembre 2025.
Approfondimento
Nel 2025 l’Oxford Dictionary ha annunciato la parola “rage bait” come “Oxford Word of the Year”. La scelta è stata molto discussa perché la parola è stata in competizione con “aura farming” e “biohack”. “Aura farming” si riferisce a un modo di coltivare la propria carisma, mentre “biohack” indica pratiche di miglioramento personale che mirano a rendere il corpo più resistente al tempo. L’articolo sottolinea che “rage bait” non è un termine nuovo, ma un concetto già noto nella letteratura sul comportamento online.

Dati principali
| Parola | Significato | Anno di scelta |
|---|---|---|
| Rage bait | Contenuto pubblicato per provocare rabbia | 2025 |
| Aura farming | Pratica di coltivare la propria carisma | 2025 (secondo classificato) |
| Biohack | Pratiche di miglioramento personale non specifiche | 2025 (terzo classificato) |
Possibili Conseguenze
L’uso di “rage bait” può contribuire a:
- Creare silos intellettuali, in cui le persone si isola in gruppi con idee simili.
- Intensificare le divisioni sociali, favorendo l’ostilità verso gruppi percepiti come “out‑group”.
- Ridurre la fiducia nelle istituzioni e nella ragione, poiché le persone si affidano sempre più al passaparola e alle proprie comunità.
Opinione
Il testo originale esprime una posizione critica nei confronti della scelta di “rage bait” come parola dell’anno, suggerendo che termini come questo possano avere effetti negativi sulla società. L’autore invita a considerare la possibilità di eliminare parole che causano più danni che benefici.
Analisi Critica (dei Fatti)
Il termine “rage bait” è stato definito come materiale progettato per suscitare rabbia. Questa definizione è supportata da studi che mostrano come l’engagement online sia spesso alimentato dall’ostilità verso gruppi esterni. L’articolo cita anche l’esempio di “ethnic cleansing” del 1992, che è stato nominato “Un‑Word of the Year” dalla GfdS per la sua natura eufemistica. Questi riferimenti confermano che l’uso di termini controversi può essere oggetto di critica da parte di istituzioni linguistiche.
Relazioni (con altri fatti)
Il concetto di “rage bait” è collegato a:
- La ricerca sul comportamento online e l’engagement basato sull’ostilità.
- Le discussioni sul ruolo dei media digitali nel creare divisioni sociali.
- Le iniziative di alcune società linguistiche, come la GfdS, che monitorano l’uso di termini potenzialmente dannosi.
Contesto (oggettivo)
Nel 2025 l’Oxford Dictionary ha scelto “rage bait” come parola dell’anno, in un periodo in cui le piattaforme digitali sono sempre più oggetto di scrutinio per il loro ruolo nella diffusione di contenuti polarizzanti. La scelta è stata accolta con dibattito, sia da parte di linguisti che di esperti di comunicazione.
Domande Frequenti
1. Che cosa significa “rage bait”?
“Rage bait” è un termine che descrive contenuti pubblicati con l’obiettivo di provocare rabbia negli utenti.
2. Perché è stato scelto come “Oxford Word of the Year”?
Il termine è stato selezionato perché riflette un fenomeno rilevante nella comunicazione digitale, dove l’ostilità verso gruppi esterni è un driver principale di engagement.
3. Quali sono le conseguenze dell’uso di “rage bait”?
L’uso di “rage bait” può contribuire a creare silos intellettuali, intensificare le divisioni sociali e ridurre la fiducia nelle istituzioni.
4. Cosa è la GfdS e quale ruolo ha avuto nel contesto?
La GfdS (Gesellschaft für deutsche Sprache) è una società linguistica tedesca che ha nominato “ethnic cleansing” come “Un‑Word of the Year” nel 1992 per la sua natura eufemistica.
5. Come si può mitigare l’impatto negativo di “rage bait”?
Una strategia è promuovere contenuti che favoriscano il dialogo costruttivo e ridurre la diffusione di materiale che mira esclusivamente a suscitare rabbia.
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